Studio Accenture () che ha l’obiettivo di valutare lo stato di sviluppo delle comunità energetiche in Italia identificando i principali roadblock per la crescita delle comunità energetiche al fine di indicare potenziali modelli di business e abilitatori che permettano lo scale-up delle comunità energetiche.
Partendo dagli obiettivi fissati dalla Commissione Europea nella «Renewable Energy Directive», lo studio analizza la diffusione di comunità energetiche in Europa in paesi precursori e in paesi simili all’Italia in termini di sviluppo del quadro normativo e di comunità sviluppate. Dall’analisi di Germania, Danimarca, Spagna e Francia emerge che gli elementi chiave per il successo e la scalabilità delle comunità sono:
- una normativa chiara con regole di accesso ben definite che incentivino il forte coinvolgimento dei cittadini nello sviluppo di rinnovabili
- proattività e autonomia delle istituzioni locali nell’ambito di promozione e creazione di comunità
- partecipazione dei player energetici come promotori e/o membri per una diffusione strutturata e su larga scala.
L’Italia si sta adeguando al contesto europeo per favorire lo sviluppo delle Comunità di Energia Rinnovabile (CER) e l’Autoconsumo Collettivo (AUC). Nel corso del primo semestre del 2023 si prevede di intraprendere gli ultimi step al fine di completare l’iter di recepimento.
Tra le principali aree di miglioramento del quadro normativo e degli incentivi che potrebbero causare un ulteriore ritardo nello sviluppo delle comunità energetiche si segnalano:
- tempi lunghi e poca chiarezza nel gap tra vecchio e nuovo decreto
- complessità dell’iter amministrativo/burocratico per il set-up delle comunità e difficoltà nel valutare la convenienza dell’investimento
- contributo a fondo perduto PNRR indirizzato a un target limitato e meno efficiente in termini potenziale energia prodotta
- difficoltà nell’accesso ai bandi nazionali e regionali in quanto poco chiari in termini di ambito, target, tipo di supporto economico fornito.
Ad oggi si contano in Italia meno di 100 comunità tra CER e AUC – considerando sia quelle in progetto che attive – con una potenza installata media molto inferiore a quella dei paesi leader in Europa. I principali modelli esistenti sul mercato sono l’AUC condominiale, il modello CER collettivo e quello municipale. Tali modelli presentano numerose criticità che ostacolano lo scale-up delle comunità. Pertanto, lo studio ipotizza modelli alternativi, in aggiunta a quelli esistenti, dove i player energetici potrebbero giocare un ruolo chiave per le attività di promozione delle comunità e governance di tutte le attività amministrative / operative sfruttando le proprie competenze e sinergie.
Nello studio vengono analizzati anche l’impatto economico e ambientale delle comunità in Italia ipotizzando 4 configurazioni tipo con relativi costi, guadagni e performance di investimento.
In particolare, il raggiungimento del target previsto dalla normativa di 5GW di potenza installata con comunità energetiche comporterebbe una riduzione di CO2 pari a 1,35Mton e un beneficio economico complessivo di circa 1,3 miliardi di euro.
Si riporta, infine, anche il punto di vista dei principali player nazionali di settore, raccolto attraverso interviste. Tale punto di vista è articolato in termini di normativa, modelli di business e offerta
TESTO STUDIO: